
Tassazione delle Holding Danesi nel 2025: Analisi Completa delle Modifiche Regolamentari, Vantaggi Fiscali e Implicazioni Strategiche per Investitori e Aziende
- Sintesi Esecutiva: Risultati Chiave e Prospettive per il 2025
- Panorama Normativo: Modifiche Recenti nella Tassazione delle Holding Danesi
- Tassi Fiscali Comparativi e Incentivi: Danimarca vs. Altre Giurisdizioni UE
- Tassazione dei Dividendi e Regole di Ritenuta: Aggiornamenti 2025
- Requisiti Sostanziali e Misure Anti-Abuso
- Strategie di Pianificazione Fiscale per le Holding Danesi
- Casi di Studio: Applicazioni Reali e Risultati
- Impatto delle Riforme Fiscali Internazionali (OECD, Direttive UE)
- Sfide di Conformità e Mitigazione dei Rischi
- Tendenze Future: Sviluppi Previsti nella Tassazione delle Holding Danesi
- Appendice: Tabelle Dati Chiave e Riferimenti Normativi
- Fonti e Riferimenti
Sintesi Esecutiva: Risultati Chiave e Prospettive per il 2025
Il regime di tassazione delle holding danesi rimane uno dei più attraenti in Europa per i gruppi multinazionali, guidato da una combinazione di favorevoli regole di esenzione per partecipazione, tassi d’imposta corporate competitivi e una robusta rete di trattati contro le doppie imposizioni. A partire dal 2025, la Danimarca continua a imporre un’aliquota standard dell’imposta sulle società del 22%, senza sovrattasse locali o regionali, mantenendo la sua posizione come giurisdizione stabile e prevedibile per le strutture di holding Ministero delle Finanze, Danimarca.
I risultati chiave per il 2025 evidenziano quanto segue:
- Esenzione per Partecipazione: Le holding danesi beneficiano di un’esenzione totale sui dividendi e sulle plusvalenze derivanti da controllate qualificate, sia domestiche che estere, a condizione che siano rispettati determinati requisiti di proprietà (tipicamente il 10% o più) e condizioni di anti-abuso. Questo continua a rendere la Danimarca una posizione preferita per le strutture di holding regionali e globali PwC Danimarca.
- Sviluppi sulla Ritenuta Fiscale: Sebbene la Danimarca imponga generalmente una ritenuta fiscale del 27% sui dividendi in uscita, questa viene ridotta a 0% per i pagamenti alle società madri dell’UE/EEA e secondo molti trattati contro le doppie imposizioni, a condizione che siano soddisfatti i requisiti di anti-abuso. Recenti decisioni della corte e aggiornamenti legislativi nel 2024 hanno ulteriormente chiarito l’applicazione dei requisiti di proprietà benefica, aumentando la certezza per gli investitori internazionali KPMG Danimarca.
- Sostanza e Anti-Abuso: Le autorità danesi hanno intensificato il controllo sui requisiti di sostanza e sul test del principale scopo (PPT) in linea con le raccomandazioni BEPS dell’OECD. Nel 2025, le holding sono tenute a dimostrare una reale attività economica e decisionale in Danimarca per beneficiare delle esenzioni dei trattati fiscali e delle direttive UE Deloitte Danimarca.
- Prospettive per il 2025: Il governo danese ha segnalato che non ci saranno cambiamenti significativi nel regime fiscale delle holding per il 2025, concentrandosi invece sulla conformità e sull’applicazione delle misure anti-abuso. Si prevede un allineamento continuo con le direttive dell’UE e gli standard OECD, garantendo che la Danimarca rimanga una giurisdizione competitiva e conforme per le attività di holding EY Danimarca.
In sintesi, il quadro fiscale delle holding in Danimarca nel 2025 offre vantaggi significativi per la strutturazione internazionale, a condizione che le aziende rispettino i requisiti di sostanza e le disposizioni anti-abuso. La stabilità e la chiarezza del regime sono destinate a mantenere l’attrattiva della Danimarca per le sedi centrali di gruppi multinazionali e per le piattaforme di investimento.
Panorama Normativo: Modifiche Recenti nella Tassazione delle Holding Danesi
Il panorama normativo per la tassazione delle holding danesi ha subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni, con diversi aggiornamenti che entreranno in vigore fino al 2024 e nel 2025. Queste riforme sono principalmente mirate ad allineare la legge fiscale danese con le direttive dell’Unione Europea in evoluzione, migliorare la trasparenza e ridurre le strategie di evasione fiscale. Le modifiche più significative includono emendamenti al regime di esenzione per partecipazione, regole anti-ibrido e obblighi di ritenuta fiscale.
Uno degli aggiornamenti chiave è il rafforzamento delle regole di esenzione per partecipazione. In precedenza, le holding danesi potevano beneficiare di esenzioni fiscali sui dividendi e sulle plusvalenze derivanti da controllate qualificate, a condizione che fossero rispettati determinati requisiti di proprietà e di sostanza. Tuttavia, a partire dal 2024, il governo danese ha introdotto requisiti di sostanza più severi, imponendo alle holding di dimostrare una reale attività economica in Danimarca per poter beneficiare di queste esenzioni. Questa mossa è in linea con la Direttiva UE sulla Lotta all’Evasione Fiscale (ATAD) e mira a prevenire l’uso di società di comodo a fini di pianificazione fiscale (Ministero delle Finanze danese).
Inoltre, la Danimarca ha ulteriormente rafforzato le proprie regole di mismatch anti-ibrido, che mirano agli accordi che sfruttano le differenze nel trattamento fiscale tra giurisdizioni. Le regole aggiornate, in vigore dal gennaio 2024, ampliano la portata dei mismatch ibridi coperti e introducono requisiti di documentazione più rigorosi per le holding coinvolte in strutture transfrontaliere. Questi cambiamenti sono progettati per chiudere le scappatoie che precedentemente consentivano la doppia non tassazione o il rinvio dell’imposta (OECD).
Gli obblighi di ritenuta fiscale sono stati inoltre rivisti. Le autorità fiscali danesi richiedono ora una segnalazione e documentazione più complete per i pagamenti di dividendi in uscita, in particolare verso giurisdizioni non UE o non trattate. L’obiettivo è garantire che le esenzioni dalla ritenuta siano concesse solo quando il beneficiario del dividendo è chiaramente identificato e soddisfa i criteri di sostanza necessari. Questo fa parte di uno sforzo più ampio per combattere lo stripping dei dividendi e lo shopping fiscale (Agenzia Fiscale Danese).
Questi cambiamenti normativi hanno implicazioni significative sia per le strutture di holding esistenti sia per quelle prospettiche in Danimarca. I gruppi multinazionali sono invitati a rivedere i propri arrangiamenti di holding danesi per garantire la conformità con i nuovi requisiti di sostanza, documentazione e reporting. Il mancato adeguamento potrebbe comportare la perdita di benefici fiscali e un aumento del controllo da parte delle autorità fiscali danesi e dell’UE.
Tassi Fiscali Comparativi e Incentivi: Danimarca vs. Altre Giurisdizioni UE
Le holding danesi sono un veicolo popolare per gli investitori internazionali grazie al favorevole regime fiscale della Danimarca, specialmente se confrontato con altre giurisdizioni dell’UE. Nel 2025, l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società danesi rimane al 22%, il che è competitivo nel contesto dell’UE. Tuttavia, la vera attrattiva delle holding danesi risiede nelle specifiche esenzioni fiscali e negli incentivi disponibili per le attività di holding.
Una caratteristica chiave è il regime di esenzione per partecipazione. Secondo la legge danese, i dividendi e le plusvalenze ricevuti da una holding danese da partecipazioni qualificate in controllate sia danesi che esteri sono generalmente esenti da tassazione danese. Per qualificarsi, la controllata deve essere soggetta a tassazione nel proprio paese d’origine e la società danese deve detenere almeno il 10% delle azioni per un periodo minimo di un anno. Questa esenzione si applica indipendentemente dal fatto che la controllata si trovi all’interno o all’esterno dell’UE, a condizione che non risieda in una giurisdizione a blacklist (Ministero delle Finanze danese).
A differenza di alcuni paesi dell’UE, la Danimarca non impone una ritenuta fiscale sui dividendi in uscita pagati a società madri nell’UE/EEA o a paesi con cui la Danimarca ha un trattato fiscale, a condizione che siano soddisfatti i requisiti di anti-abuso. L’aliquota standard della ritenuta fiscale è del 27%, ma questo è spesso ridotto o eliminato sotto i trattati o la Direttiva UE sulle Madri e Figlie (OECD).
La Danimarca offre anche una rete ampia di trattati contro le doppie imposizioni, facilitando il rimpatrio efficiente dei profitti e riducendo l’esposizione alla doppia tassazione. Al contrario, alcune giurisdizioni dell’UE, come Germania o Francia, hanno aliquote d’imposta sulle società più elevate e regole di esenzione per partecipazione più restrittive, mentre altre, come i Paesi Bassi, offrono regimi simili ma con requisiti di sostanza più complessi (PwC).
- Aliquota Iposita: 22% (2025)
- Esenzione per Partecipazione: Esenzione totale su dividendi e plusvalenze qualificati
- Ritenuta Fiscale: 0% su dividendi qualificati in uscita all’interno dei paesi UE/EEA o trattati
- Requisiti di Sostanza: Meno onerosi rispetto ad alcune giurisdizioni concorrenti
In generale, il regime delle holding danesi nel 2025 continua a offrire un ambiente competitivo e stabile per la strutturazione internazionale, con vantaggi chiari in termini di efficienza fiscale e semplicità amministrativa rispetto a molte altre giurisdizioni dell’UE.
Tassazione dei Dividendi e Regole di Ritenuta: Aggiornamenti 2025
Nel 2025, la tassazione delle holding danesi continua a essere influenzata da riforme domestiche e da evoluzioni delle direttive dell’Unione Europea, con particolare attenzione alla tassazione dei dividendi e alle regole di ritenuta. Le holding danesi, spesso utilizzate come intermediari per investimenti all’interno e all’esterno dell’UE, beneficiano di un regime fiscale generalmente favorevole, ma recenti aggiornamenti hanno introdotto modifiche sfumate alle distribuzioni di dividendi e alle misure anti-abuso.
Secondo la legge danese, i dividendi pagati da società danesi a società madri sono tipicamente soggetti a una ritenuta fiscale del 27%. Tuttavia, questa aliquota può essere ridotta o eliminata in determinate condizioni, come quando la società madre risiede in un altro paese UE/EEA e detiene almeno il 10% del capitale sociale per un periodo minimo di un anno, in conformità con la Direttiva UE sulle Madri e Figlie. Nel 2025, la Danimarca ha ulteriormente inasprito le proprie disposizioni anti-abuso per garantire che solo le vere strutture di holding beneficino di queste esenzioni, in linea con gli sforzi in corso dell’UE per combattere l’evasione fiscale e lo shopping fiscale (Ministero delle Finanze danese).
Un importante aggiornamento per il 2025 è rappresentato dai requisiti di documentazione migliorati per richiedere le esenzioni dalla ritenuta fiscale. Le autorità fiscali danesi richiedono ora prove più robuste di proprietà benefica e sostanza, compresa la prova di attività imprenditoriali effettive e di processo decisionale all’interno della holding. Questo è in linea con le raccomandazioni BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) dell’OECD e la Direttiva Anti-Abuso dell’UE (ATAD), che la Danimarca ha implementato completamente (OECD).
Per le società madri non UE/EEA, la ritenuta fiscale del 27% si applica generalmente, ma può essere ridotta in base ai trattati contro le doppie imposizioni applicabili. Nel 2025, la Danimarca ha rinegoziato diversi trattati per includere test sul principale scopo (PPT), limitando ulteriormente l’accesso a tassi ridotti per le strutture prive di sostanza economica (Informativa Legale Danese).
- Dividendi a società madri UE/EEA: Esenzione se vengono rispettati i requisiti di proprietà e sostanza.
- Dividendi a società madri non UE/EEA: Si applicano tassi dei trattati, soggetti a clausole anti-abuso.
- Documentazione migliorata: Prova di proprietà benefica e sostanza imprenditoriale è obbligatoria.
- Anti-abuso: Applicazione più rigorosa delle regole anti-abuso e dei test sul principale scopo.
Questi aggiornamenti del 2025 rafforzano l’impegno della Danimarca verso la trasparenza fiscale internazionale e garantiscono che le strutture delle holding siano utilizzate per scopi imprenditoriali legittimi, non solo per la minimizzazione fiscale.
Requisiti Sostanziali e Misure Anti-Abuso
Nel 2025, le holding danesi continuano a affrontare rigorosi requisiti di sostanza e misure anti-abuso, riflettendo l’impegno della Danimarca verso la trasparenza fiscale internazionale e la prevenzione dell’erosione della base imponibile e del trasferimento dei profitti (BEPS). Le autorità fiscali danesi, l’Agenzia Fiscale Danese, hanno intensificato il controllo sulle strutture di holding per garantire che i benefici fiscali siano disponibili solo per entità con una reale attività economica e presenza in Danimarca.
I requisiti di sostanza per le holding danesi sono multifaccettati. Per qualificarsi per l’esenzione per partecipazione sui dividendi e sulle plusvalenze, una holding deve dimostrare una reale sostanza economica. Questo include avere direttori qualificate residenti in Danimarca, mantenere un ufficio fisico, sostenere spese operative locali e impiegare personale con potere decisionale. L’azienda deve anche gestire attivamente i propri investimenti, piuttosto che fungere da semplice canale per flussi di reddito passivo. Questi requisiti sono in linea con la Direttiva Anti-Abuso dell’UE (ATAD) e il Piano d’Azione BEPS dell’OECD, entrambi completamente implementati dalla Danimarca (PwC).
Le misure anti-abuso sono solide e includono sia regole generali che specifiche. La Regola Generale Anti-Abuso (GAAR) danese autorizza le autorità fiscali a ignorare disposizioni che, pur essendo formalmente conformi, sono principalmente progettate per ottenere vantaggi fiscali in contrasto con l’intenzione della legge. Le disposizioni anti-abuso specifiche mirano ai mismatch ibridi, alle società estere controllate (CFC) e agli accordi artificiali progettati per beneficiare della Direttiva sulle Madri e Figlie o della Direttiva sugli Interessi e le Royalties senza sufficiente sostanza (Deloitte).
- Le regole sui mismatch ibridi prevengono la doppia non tassazione o la deduzione negando le deduzioni o le esenzioni laddove vengono utilizzati strumenti o entità ibride.
- Le regole CFC si applicano se una holding danese controlla una controllata estera con redditi passivi a bassa tassazione, potenzialmente soggetti all’imposizione danese.
- Le esenzioni dalla ritenuta fiscale su dividendi e interessi sono negate se il destinatario non è il beneficiario effettivo o se l’accordo è considerato artificiale.
Nel 2025, le autorità danesi sono attese ad aumentare audit e richieste di informazioni, sfruttando dati provenienti dal regime di divulgazione obbligatoria DAC6 dell’UE e da accordi internazionali di scambio di informazioni. Le aziende che non soddisfano i requisiti di sostanza o coinvolgono nella pianificazione fiscale aggressiva rischiano di vedersi negare i benefici fiscali, subire accertamenti retroattivi e sanzioni significative (KPMG).
Strategie di Pianificazione Fiscale per le Holding Danesi
Le holding danesi continuano a essere un pilastro della pianificazione fiscale internazionale nel 2025, grazie al favorevole regime fiscale corporativo della Danimarca e alla sua vasta rete di trattati contro le doppie imposizioni. L’aliquota dell’imposta sul reddito delle società danesi rimane al 22%, ma le holding beneficiano di diverse esenzioni e agevolazioni che rendono la Danimarca una giurisdizione attraente per la strutturazione di investimenti transfrontalieri.
Una caratteristica chiave è l’esenzione per partecipazione, che consente alle holding danesi di ricevere dividendi e plusvalenze da controllate qualificate—sia domestiche che estere—senza incorrere in tasse danesi. Per qualificarsi, la controllata deve generalmente essere soggetta a tassazione nel proprio paese d’origine e la società danese deve detenere almeno il 10% delle azioni per un periodo minimo di un anno. Questa esenzione è particolarmente preziosa per i gruppi multinazionali che cercano di rimpatriare i profitti in modo efficiente ed evitare la doppia imposizione (Deloitte Danimarca).
Le regole di ritenuta fiscale della Danimarca migliorano ulteriormente l’attrattiva delle strutture di holding. I dividendi in uscita a società madri dell’UE/EEA o a giurisdizioni con le quali la Danimarca ha un trattato fiscale sono tipicamente esenti da ritenuta fiscale danese, a condizione che siano soddisfatte le disposizioni anti-abuso. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un aumento della scrutinizzazione e dell’applicazione della Regola Generale Anti-Abuso (GAAR) danese, soprattutto dopo le direttive dell’UE e le decisioni delle corti locali. Di conseguenza, i requisiti di sostanza—come avere direttori locali, spazi d’ufficio e capacità decisionale in Danimarca—vengono applicati con maggiore rigore per garantire che le holding non siano semplicemente entità “lettera di qualsiasi” (PwC Danimarca).
I pagamenti di interessi e royalties dalle holding danesi a affiliati esteri generalmente non sono soggetti a ritenuta fiscale, a condizione che il destinatario risieda in un paese UE/EEA o in una giurisdizione trattata e sia il beneficiario effettivo del reddito. Questo facilita il finanziamento intra-gruppo efficiente dal punto di vista fiscale e la gestione della proprietà intellettuale (Sommari Fiscali PwC).
In sintesi, la tassazione delle holding danesi nel 2025 rimane altamente competitiva, ma una pianificazione fiscale efficiente richiede attenzione ai requisiti di sostanza, conformità alle regole anti-abuso e monitoraggio continuo degli sviluppi legislativi sia a livello danese che dell’UE.
Casi di Studio: Applicazioni Reali e Risultati
Le holding danesi sono da tempo veicoli preferiti per gli investimenti internazionali e la strutturazione aziendale, grazie al competitivo regime fiscale danese e alla vasta rete di trattati. Nel 2025, diversi casi studio reali illustrano come le imprese multinazionali sfruttano le holding danesi per l’efficienza fiscale, la conformità e la crescita strategica.
Un esempio prominente riguarda una società di private equity europea che ha istituito una holding danese per acquisire e gestire controllate in tutta l’UE e in Asia. Utilizzando l’esenzione per partecipazione della Danimarca, la holding ha ricevuto dividendi dalle sue controllate estere senza tassazione, a condizione che le controllate fossero soggette a un livello minimo di tassazione nei loro paesi di origine. Questa struttura ha consentito alla società di rimpatriare i profitti in modo efficiente, beneficiando anche dall’assenza di ritenuta fiscale sui dividendi in uscita alle società madri qualificate in paesi dell’UE o trattati, come confermato dal Ministero delle Finanze danesi.
Un altro caso nel 2025 ha visto un gruppo tecnologico statunitense ristrutturare le proprie operazioni europee interponendo una holding danese tra la sua sede negli Stati Uniti e varie controllate europee. Il gruppo ha capitalizzato sulla rete di trattati contro le doppie imposizioni della Danimarca, che ha ridotto le ritenute fiscali su royalties e pagamenti di interessi da controllate in paesi come Germania, Francia e Spagna. Questo approccio non solo ha minimizzato il leakage fiscale, ma ha anche garantito la conformità con la Direttiva Anti-Abuso dell’UE (ATAD) e le robuste regole anti-abuso della Danimarca, come dettagliato da Deloitte Danimarca.
Un terzo caso coinvolge una società nordica di energia rinnovabile che ha consolidato le sue joint venture internazionali sotto una struttura di holding danese. L’azienda ha beneficiato dell’esenzione danese sulle plusvalenze dalla vendita di partecipazioni qualificate, consentendole di disinvestire interessi di minoranza in progetti esteri senza incorrere nell’imposta sulle plusvalenze danesi. Questa flessibilità ha supportato la strategia di investimento dinamica della società ed è stata facilitata da linee guida chiare dell’Agenzia Fiscale Danese (Skattestyrelsen).
- Questi casi sottolineano i vantaggi pratici delle holding danesi nel 2025: rimpatrio di profitti fiscalmente efficiente, riduzione delle ritenute fiscali e esenzioni sulle plusvalenze.
- Tuttavia, evidenziano anche l’importanza dei requisiti di sostanza e della conformità alle disposizioni anti-abuso, poiché le autorità danesi hanno intensificato il controllo sulle strutture di holding prive di attività economica genuina.
Nel complesso, le applicazioni nel mondo reale nel 2025 dimostrano che, se strutturate e gestite correttamente, le holding danesi rimangono un pilastro della pianificazione fiscale internazionale e della strategia aziendale.
Impatto delle Riforme Fiscali Internazionali (OECD, Direttive UE)
Il panorama della tassazione delle holding danesi nel 2025 è significativamente influenzato dalle riforme fiscali internazionali in corso, in particolare quelle guidate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) e dall’Unione Europea (UE). La Danimarca, come membro dell’UE e attivo partecipante all’iniziativa BEPS dell’OECD, ha implementato una serie di modifiche legislative per allineare il proprio regime di holding agli standard globali in materia di trasparenza, prevenzione degli abusi e imposizione minimale.
Un importante sviluppo è l’adozione delle regole sulla tassazione minima globale del Pillar Two dell’OECD, che introducono un’aliquota minimale effettiva del 15% per le imprese multinazionali (MNE) con ricavi consolidati superiori a 750 milioni di euro. La Danimarca ha trasposto la Direttiva sull’Imposta Minima dell’UE (Direttiva del Consiglio (UE) 2022/2523) nella legislazione nazionale, in vigore dal 2024, impattando direttamente le holding danesi che fanno parte di grandi gruppi MNE. Queste entità devono ora garantire che il loro reddito globale sia tassato almeno all’aliquota minima, riducendo l’attrattiva del trasferimento dei profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione attraverso strutture di holding danesi. Le nuove regole richiedono una segnalazione dettagliata e potrebbero attivare tasse aggiuntive se l’aliquota fiscale effettiva scende al di sotto della soglia in qualsiasi giurisdizione in cui il gruppo opera Deloitte Danimarca.
Inoltre, le Direttive Anti-Abuso dell’UE (ATAD I e II) sono state completamente implementate in Danimarca, introducendo regole più severe sulle limitazioni alle deduzioni degli interessi, sui mismatch ibridi e sulla tassazione delle società estere controllate (CFC). Per le holding danesi, ciò comporta un’analisi più attenta degli accordi di finanziamento transfrontalieri e limitazioni più severe sulla deducibilità delle spese per interessi, specialmente nelle transazioni intra-gruppo. Le regole sui mismatch ibridi, in particolare, mirano a strutture che sfruttano le differenze nel trattamento fiscale tra giurisdizioni, utilizzi che alcune holding avevano precedentemente usato per ottenere una doppia non tassazione PwC Danimarca.
Inoltre, la Direttiva dell’UE sul Reporting Pubblico per Paese per Paese, in vigore dal 2024, richiede alle holding danesi che fanno parte di grandi gruppi di divulgare pubblicamente dati fiscali e finanziari chiave per ciascuna giurisdizione in cui operano. Questa maggiore trasparenza dovrebbe scoraggiare la pianificazione fiscale aggressiva e aumentare i rischi reputazionali per la non conformità KPMG Danimarca.
In sintesi, le riforme fiscali internazionali stanno spingendo le holding danesi verso una maggiore trasparenza, costi di conformità più elevati e opportunità ridotte di strutturazione guidata dalla tassazione. L’effetto cumulativo è un ambiente fiscale più robusto, ma anche più complesso, per le strutture di holding in Danimarca nel 2025.
Sfide di Conformità e Mitigazione dei Rischi
Le holding danesi svolgono un ruolo fondamentale nelle strutture di gruppi internazionali, ma la loro tassazione è soggetta a complesse esigenze di conformità e a uno scrutinio normativo in evoluzione. Nel 2025, le principali sfide di conformità per le holding danesi derivano dalle misure anti-abuso, dai requisiti di sostanza e dagli obblighi di reporting transfrontaliero. Le autorità fiscali danesi hanno intensificato il loro focus sulla reale sostanza economica delle holding, in particolare nel contesto della Direttiva Anti-Abuso dell’UE (ATAD) e delle iniziative BEPS dell’OECD. Ciò significa che le holding devono dimostrare attività di gestione genuine, processi decisionali e presenza locale per beneficiare di regimi fiscali favorevoli, come l’esenzione per partecipazione su dividendi e plusvalenze.
Un’area di rischio significativa è l’applicazione del test di proprietà benefica danese per i dividendi in uscita, gli interessi e le royalties. Se una holding è considerata un mero canale o priva di sufficiente sostanza, potrebbe vedersi negare le esenzioni dalla ritenuta fiscale sia ai sensi della legislazione nazionale che delle direttive dell’UE. La Corte Suprema danese e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) hanno emesso sentenze fondamentali che rafforzano la necessità di una reale attività economica e sfidano accordi artificiali progettati esclusivamente per i benefici fiscali (Agenzia Fiscale Danese).
Un’altra sfida di conformità è l’implementazione della direttiva DAC6 dell’UE, che richiede la divulgazione obbligatoria di accordi transfrontalieri che potrebbero essere utilizzati per la pianificazione fiscale. Le holding danesi devono garantire robusti processi interni per identificare, documentare e segnalare tali accordi per evitare sanzioni significative (Commissione Europea – Tassazione e Unione Doganale).
Per mitigare questi rischi, si consiglia alle holding danesi di:
- Mantenere documentazione completa delle riunioni del consiglio, delle decisioni strategiche e delle attività di gestione locali.
- Assicurarsi che i direttori e i decision-maker chiave siano residenti in Danimarca e coinvolti attivamente nelle operazioni dell’azienda.
- Condurre revisioni di sostanza regolari e analisi di gap per allinearsi con le aspettative normative attuali.
- Implementare solidi framework di conformità per reporting tempestivo e accurato ai sensi di DAC6 e altre iniziative di trasparenza.
- Cercare pareri anticipati o chiarimenti dall’Agenzia Fiscale Danese in caso di dubbi sull’applicazione delle esenzioni fiscali o degli obblighi di reporting.
In sintesi, il regime delle holding danesi nel 2025 richiede una gestione proattiva della conformità e una chiara dimostrazione di sostanza per mitigare i rischi fiscali e garantire l’accesso continuo ai benefici fiscali.
Tendenze Future: Sviluppi Previsti nella Tassazione delle Holding Danesi
Il panorama della tassazione delle holding danesi è atteso subire notevoli cambiamenti nel 2025, guidato sia da aggiustamenti normativi interni che da sviluppi fiscali internazionali. La Danimarca è da tempo riconosciuta per il suo favorevole regime per le holding, caratterizzato da un’esenzione per partecipazione su dividendi e plusvalenze, nonché dall’assenza di ritenuta fiscale sui dividendi in uscita verso paesi UE/EEA o trattati sotto determinate condizioni. Tuttavia, diverse tendenze emergenti sono pronte a rimodellare l’ambiente per le holding nel prossimo anno.
Una delle modifiche più significative attese è l’implementazione delle regole sul minimo fiscale globale del Pillar Two dell’OECD, che la Danimarca si è impegnata ad adottare. Queste regole introdurranno un’aliquota fiscale minima effettiva del 15% per i grandi gruppi multinazionali, impattando potenzialmente i benefici fiscali tradizionalmente goduti dalle holding danesi. Il Ministero delle Finanze danese ha già pubblicato una bozza di legislazione per allinearsi con la Direttiva sull’Imposta Minima dell’UE, con le nuove regole previste per entrare in vigore dal 2024 e la piena conformità e applicazione attese per il 2025. Questo richiederà alle holding danesi che fanno parte di grandi gruppi multinazionali di valutare attentamente le proprie posizioni fiscali globali e gli obblighi di conformità Ministero delle Finanze danese.
Un’altra tendenza è l’aumento del controllo sui requisiti di sostanza. Le autorità danesi sono attese a intensificare il loro focus sulla sufficiente sostanza economica delle holding, come la gestione locale, i dipendenti e il potere decisionale, per qualificarsi per i benefici fiscali. Questo è in linea con le misure anti-abuso più ampie dell’UE e con la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), che ha enfatizzato la necessità di una reale attività economica per accedere alle esenzioni per partecipazione e alle riduzioni delle ritenute fiscali Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Inoltre, cresce l’attenzione per gli accordi di mismatch ibrido e le limitazioni alle deduzioni degli interessi, mentre la Danimarca continua a implementare e perfezionare le regole in conformità con la Direttiva Anti-Abuso dell’UE (ATAD). Queste misure sono destinate a restringere ulteriormente le strategie di pianificazione fiscale aggressive che coinvolgono le holding danesi PwC.
In sintesi, mentre ci si aspetta che la Danimarca rimanga una giurisdizione attraente per le holding, il 2025 porterà requisiti di conformità rafforzati, maggiore trasparenza e una riduzione delle opportunità di pianificazione fiscale. Le aziende dovrebbero rivedere proattivamente le proprie strutture per garantire l’allineamento con il panorama normativo in evoluzione.
Appendice: Tabelle Dati Chiave e Riferimenti Normativi
L’appendice sottostante fornisce tabelle di dati chiave e riferimenti normativi relativi alla tassazione delle holding danesi al 2025. Questa sezione è progettata per supportare analisi approfondite e conformità riassumendo le aliquote fiscali principali, le soglie per l’esenzione da partecipazione, le regole di ritenuta fiscale e facendo riferimento alle principali fonti legali e alle linee guida delle autorità danesi.
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Aliquota Iposita (2025):
- Aliquota standard: 22% (Agenzia Fiscale Danese)
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Esenzione per Partecipazione (Dividendi e Plusvalenze):
- Si applica se la holding possiede almeno il 10% del capitale sociale nella controllata per un periodo minimo di un anno (Agenzia Fiscale Danese).
- L’esenzione copre sia controllate domestiche che qualificate estere, soggetta a regole di anti-abuso e requisiti di sostanza.
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Ritenuta Fiscale sui Dividendi in Uscita:
- Aliquota standard: 27% (Agenzia Fiscale Danese).
- Ridotto al 0% per le società madri UE/EEA qualificate ai sensi della Direttiva UE sulle Madri e Figlie, a condizione che siano soddisfatte le condizioni di anti-abuso.
- Aliquote ridotte o esenzioni possono applicarsi ai sensi dei trattati contro le doppie imposizioni (Agenzia Fiscale Danese).
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Ritenuta Fiscale su Interessi e Royalties:
- Nessuna ritenuta fiscale sui pagamenti di interessi o royalties in uscita verso aziende nei paesi UE o trattati, soggetta a disposizioni di anti-abuso (Agenzia Fiscale Danese).
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Requisiti di Sostanza e Anti-Abuso:
- Le holding devono dimostrare una reale attività economica e gestione in Danimarca per beneficiare delle esenzioni (Agenzia Fiscale Danese).
- Si applicano la Regola Generale Anti-Abuso (GAAR) e regole anti-abuso specifiche per prevenire lo shopping fiscale e gli accordi artificiali.
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Riferimenti Normativi Chiave:
- Legge sull’Imposta sulle Società Danese (Selskabsskatteloven)
- Legge sulla Ritenuta Fiscale Danese (Kildeskatteloven)
- Linee guida e circolari dell’Agenzia Fiscale Danese
- Direttive UE pertinenti e linee guida OECD
Queste tabelle di dati e riferimenti forniscono un quadro conciso per comprendere il regime fiscale delle holding danesi del 2025, supportando sia la conformità che la pianificazione strategica.
Fonti e Riferimenti
- PwC Danimarca
- KPMG Danimarca
- Deloitte Danimarca
- EY Danimarca
- PwC
- Informativa Legale Danese
- Unione Europea (UE)
- KPMG Danimarca
- Corte di Giustizia dell’Unione Europea